Il paesino era Busnago, dove ci attendevano i ragazzi
della Fortitudo, immersi nella pianura padana, ma anche nella nebbia, come da un
bel po’ non se ne vedeva.
Io e Davide in macchina con Andrea, mentre Riky ci attendeva sul
posto.
Andrea su BMW nuova fiammante e con navigatore antinebbia dialogante con
guidatore in 50 lingue oltre al milanese.
Bello il dialogo tra i due.
Andrea: “La strada la so io”
Navigator: “Va pian che se ved nagot”
Andrea: “Dai veloce che siamo in ritardo”
Navigator: “Dam a tra, gira de chi che te arrivet prima”
Andrea: “No, no , la so io”
Navigator: “Alura ranges. Vada via al cu".
E infatti l’orario di inizio eran le 16 e noi arriviamo alle 16 meno 2, col
rischio di perdere due a zero a tavolino ( a tavolone visto che il tavolo da
ping pong e’ grande).
Cosi’ senza riscaldamento iniziamo.
E qui esce il vecchio leone Gigi che con ancora negli occhi i luccichini
provocati dalla nebbia, si vede arrivare tre o quattro palline alla volta, ma
attento a beccare quella giusta, annichilisce l’avversario con un secco 3-0
ottenendo cosi’ la sua prima vittoria con racchetta puntinata. Una vera
apoteosi.
A ruota seguono le vittorie di Davide, Andrea, e ancora Davide, ottenute
con il loro secco rovescio in top spin micidiale per i loro avversari.
E siamo 4-0. Il quinto punto ce lo porta Riky, rischiando molto in quanto
l’avversario lo porta al quinto set.
E solo dopo le nostre minacce e persino quella di suo padre di abbandonarlo
nella notte nebbiosa in mezzo alla piana, riesce a strappare il 5 set.
Uscendo immersi nella natura, nel silenzio e non vedendo un accidente, non
si poteva non pensare alla stupenda lirica di G. Leopardi, “ Infinito “ che vi
propongo sempre nella duplice versione.
INFINITO
Sempre caro mi fu quest’ermo colle
e questa siepe, che da tante parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando interminati spazi
di la da quella, e sovrumani silenzi,
e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura.
E come il vento odo stormir tra queste piante,
io quello infinito silenzio vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e il suon di lei.
Cosi’ tra questa immensita’ s’annega il pensier mio:
E IL NAUFRAGAR M’E’ DOLCE IN QUESTO MARE.
NEW VERSION
Sempre caro mi fu quest’ ermo tavolo e questa rete,
che nasconde in parte lo sguardo beffaddo dell’avversario.
Ma in panchina sedendo e guardando
interminabili partite finite male,
sovrumani silenzi dopo un colpo sbagliato,
e profondissima quiete al termine della solita sconfitta,
io nel pensier m’illudo in un cambiamento di vittoria.
E come un brusio odo il chiaccherar tra questi tavoli,
io invece ad ogni error vo’ imprecando.
E mi sovvengon i consigli di Wu e di Valerio,
le passate stagioni, e il suon della pallina
sempre di piu’ nel mio campo.
E cosi’ intanto che io penso a tutta questa immensita’,
quello vince, e il naufragar allora della squadra tutta,
M’E DOLCE IN QUESTO MARE DI SILENZIO.
gigi