29/01/2017


Aquile verdi : rapido, veloce e indolore
ci sono 0 commenti ci sono state 513 letture
Per la trasferta a Binasco eravamo solo in tre, tre somari e tre briganti, solo tre. I tre dell’ave maria, tre civette sul como’ , il lungo , il corto , il pacioccone, il buono, il brutto e il cattivo. Diventati poi il vecchio ( gigi ) il ciuccio ( riky ) lo smilzo ( davide ).
Andrea ormai e’ stato assunto da Poltrone sofa’ l’artigiano della qualita’ e quindi sabato pomeriggio doveva montare un divano mobile letto . Ormai la sua abilita’ e’ nota in tutta la Lombardia e lo chiamano da ogni dove. I suoi tempi di lavoro sono rapidissimi: per il divano letto inizio ore 12 di sabato e termine lavoro ore 23 di domenica. Quindi siamo partiti solo noi. All’andata, con l’aiuto di Pier Offredi siamo stati sconfitti 5-3. E i tre punti li ha fatti lui.....
Inoltre Riky sabato sera ha l’appuntamento a san siro per vedere l’inter, e quindi dobbiamo sbrigarci. In un modo o nell’altro.
Certo non pensavamo di essere tanto rapidi; un 5-0 per loro rapido e veloce.
Certo loro sono di ben 2 categorie superiori. Comunque di positivo abbiamo un set vinto da Gigi con il suo puntino e l’altro perso ai vantaggi dopo essere stato davanti 10-8; un set perso da Davide ai vantaggi e un set vinto anche da Riky. Alle 16,30 era tutto finito...
e ci veniva quasi da piangere , per il paese, Binasco, per la palestra, per il viaggio, tanto da farmi rimembrare quella tristissima poesia del nostro Carducci “ Pianto Antico” , dove il poeta piange al ricordo del figlioletto prematuramente scmparso. Una tristezza che ben s’accompagna al nostro mesto rientro.
 
PIANTO ANTICO
 
L’albero a cui tendevi la pargoletta mano,
il verde melograno da’ bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdi’ tutto or ora,
e giugno lo ristora di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita estremo unico fior,
sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
ne il sol piu’ ti rallegra,
ne’ ti risveglia amor.
 
NEW VERSION
Il manico ( della racchetta )
a cui tendevi la tua ossuta mano,
e l’azzurro tavolo dalle belle righe bianche,
nella muta palestra solitaria
durante l’alenamento,
illuminata dalle lampade al neon,
Tu capitano della mia squadra,
percossa e ormai sconfitta,
tu dell’inutile set vinto,
sei con la mano fredda,
sei nella sfiga negra,
ne’ piu’ ormai ti rallegra,
niuna vittoria ognor.
 
 
gigi