La leggenda del
Piave
Capitolo 1 - Fiume
Piave, Maggio 1918.
Il Piave mormorava
Calmo e placido, al passaggio
Dei primi fanti, il ventiquattro maggio
L'esercito marciava
Per raggiunger la frontiera
Per far contro il nemico una barriera
Muti passaron quella notte i fanti
Tacere bisognava, e andare avanti….
Pochi sanno che la nostra prima vera Unità Nazionale, dopo
quella del 1861, è da attribuire ad un Napoletano.
Sarebbe da raccontare di nuovo a tutti gli “scissionisti” che vedono nel Sud quella parte d’Italia da cui
affrancarsi dimenticando con qualche
discorso da piazza e concentrandosi su quanto in quella parte dello stivale
non abbia mai funzionato (purtroppo molto) o sia veramente da rinnegare (ahimè,
altrettanto).
Ma il Sud è anche altro e, al pari delle altre parti
d’Italia, è in grado di sfornare uomini
e donne ancor prima che persone. Uomini il cui coraggio e l’indomita passione travalica i limiti del tempo.
Così, quella sera dell’8 Novembre 1917, il generale Armando Diaz (Napoletano) fu chiamato a
sostituire il principale responsabile, nonché inetto militare, al secolo Luigi Cadorna, artefice della Caporetto Italiana che gli valse la
memoria storica di tutte le generazioni passate, presenti e future nonché
l’intestazione di vie e piazze nelle principali città Italiane.
Diaz, che aveva 11
anni in meno di Cadorna (cosa impensabile nel Regio Esercito di inizio 900),
ma aveva combattuto, e con onore, sul Carso
(!!!) capì che bisognava resistere e
soffrire. Fece leva sul senso patriottico degli uomini e spiegò loro che ogni centimetro sarebbe valso la vittoria.
Fu favorita la cooperazione e lo spirito
di squadra venendo attribuite ad ognuno responsabilità concrete e definite.
Bisognava ricostruire un esercito e
vincere la guerra.
Il Fiume Piave divenne l’emblema
della resistenza e della vittoria italiana. La vittoria di un Popolo
chiamato a risorgere, come tante volte accadrà, dopo una tremenda sconfitta.
Diaz guidò l’Italia alla vittoria contro il nemico Austro-Ungarico, quel giorno
a Vittorio Veneto fummo tutti un po’
Napoletani.
Capitolo 2 - Via
Piave 1, Saronno, Ottobre 2021.
La Caporetto pongistica sembrava definitivamente consumarsi
dopo la sconfitta del nostro numero 1 che sprecava 4 match point contro
l’amazzone Lombarda (che di scalpo ne aveva fatto un altro nella prima
partita).
Però, le Aquile senza paura schieravano 4 indomiti interpreti, ognuno a suo modo, della resilienza meridionale e lombarda.
Nessuno fino alle 17:00 del pomeriggio aveva espresso un briciolo della riconosciuta
capacità pongistica, persi in
un’indefinita paura di perdere (o di vincere) che faceva da padrone.
Se è vero che la riscossa
è stata suonata dal Leuci nazionale, e la rimonta completata da un Gala finalmente sopra la sufficienza, l’Armando Diaz di giornata è il “vecio” Mr. Offredi che, prima si
conquista una semplice vittoria contro il carneade avversario, ma poi compie il
suo capolavoro di tattica sopraffina
contro l’altro eroe di giornata (Bartolommei) rinverdendo per un pomeriggio i
fasti del passato.
Ancora una volta, le Aquile escono indenni da un campo
difficile, più per meriti extra-tecnici
(tenacia, grinta, passione, forza di volontà, calma, senso di squadra…) che
per bravura tecnica ma, come il Piave insegna, gli Italiani sono coloro che
sanno risorgere dalle loro ceneri e ricominciare.
La C2 è nostra, non ce la toglie nessuno e
chissà…se il nostro Piave sarà di buon auspicio.
….S'udiva intanto dalle amate sponde
Sommesso e lieve il tripudiar dell'onde
Era un presagio dolce e lusinghiero
Il Piave mormorò: "Non passa lo straniero"
Disclaimer
Ho 43 anni, da 18 vivo in Lombardia. Amo l’Italia, non ho
preclusioni in quanto a regione, razza e colore. La Calabria mi ha cresciuto,
la Lombardia mi ha accolto e mi ha realizzato.
Non credo nel razzismo, credo nelle persone: ve ne sono
tante buone e cattive in ogni parte d’Italia e del Mondo.
Ho amici del Sud e del Nord Italia indistintamente ma presto molta attenzione nello sceglier loro
ed i miei nemici come un mio Amico Bergamasco mi ha insegnato.
Vincenzo