Il 17
Giugno del 1970 non ero ancora nato. Eppure ho letto tanto su quel giorno,
su cosa abbia significato per generazione intere: per molte addirittura un
passaggio dalla giovinezza all’età adulta tanta fu la portata dell’evento.
Tutti ne
ricordano l’esito finale, alcuni ne conoscono la sequenza di emozioni ma pochi,
nella realtà, conoscono ciò che Enrico Albertosi – tanto per capirci
un toscano verace che amava parare senza guantoni e quando si arrabbiava non
era proprio uno che amava ascoltare scuse - gridò in faccia al suo compagno
di squadra al 110° minuto.
Quel
giocatore, che si trovò faccia a faccia con il Portierone Toscano, aveva appena
commesso una leggerezza: si era messo sulla linea di porta, pronto a
fermare ogni tiro dei teutonici avversari laddove l’Enrico Nazionale non ci
fosse arrivato e invece…si era addormentato sul più bello e, su un calcio
d’angolo, un piccoletto (di statura ma non di classe), che all'anagrafe faceva Gerd Muller ,con
una zampata l’aveva infilata dentro: 3-3 e tutto da rifare. Incredibile.
Quel
giocatore era il Golden Boy del Calcio Italiano: Gianni Rivera.
Nessuno sa
con certezza cosa gli passò per la testa ma tutti sanno cosa successe dopo:
palla al centro, 11 passaggi senza che i tedeschi toccassero palla, lancio di Facchetti,
fuga di Boninsegna sulla destra,
palla al centro e arriva lui: 4-3. Vinciamo noi! Da 50 anni tutti rivedono
quel piattone di Gianni che spiazza Mayer.
Il nostro Golden
Boy si chiama Pier Offredi che batte in una partita di altri tempi il
numero 1 avversario (Gala) dopo aver commesso una leggerezza nel 3° set ed aver
visto il baratro nel 5° (7-3 sotto). Ma, come Rivera al minuto 111, la palla in
rete la mette lui. Eterno.
Sempre in
quella fantastica squadra c’era un altro fenomeno, uno degli ultimi interpreti
del calcio romantico, uno che faceva tremare le difese ogni volta che entrava
in aria. Nella Partita del Secolo segnò il 3-2, il suo soprannome era “Rombo
di Tuono” - per i più giovani, uno che ha fatto vincere lo scudetto al
CAGLIARI e ha rifiutato di giocare nella
JUVENTUS - : Gigi Riva.
Il nostro
Rombo di Tuono si chiama Francesco Leuci: uno che può non giocare per 10
anni, poi impugna una racchetta e vince il primo torneo assoluto a cui
partecipa, pongista di intelligenza straordinaria e lucido come Napoleone ad
Austerlitz: lui è Pitagora che ha deciso di giocare a Ping Pong – e
lo sa fare “discretamente” bene –
E’ lui che
trascina il doppio, è lui che piazza il punto della sicurezza, è lui che sotto
2-1 cambia gioco e regola Gala 11-9 al 5° set. Se lo conosco bene, sta
ancora giocando al 50% della sua condizione ottimale. Immarcabile.
Pier e
Francesco: in barba al gioco a tratti non strepitoso e agli errori ma
con un carattere che ci piacerebbe avere in tutti i momenti difficili!
Pier e
Francesco portano a casa 5 punti in 2, sufficienti per battere un’ottima squadra
(Guidotti/Carella/Gala/Paragona), mantenere l’imbattibilità e mandare un chiaro
segnale al campionato nell'attesa di “Godot” Meduri e dell’esplosione
definitiva di Bianchini (molto bravo ieri a tenere in scacco Guidotti
per 5 set) e Sozzi.
Dimenticavo…quella
fantastica squadra Italiana si inchinò solo di fronte alla squadra più forte di
tutti i tempi (con la quale se la giocò anche per 45 minuti): il Brasile dei
5 numeri 10 – Pelé, Tostao, Jairzinho, Gerson e Rivelino - . Ma
questa è un’altra storia e… fortunatamente questi brasiliani non giocano in D1.
vince meduri