Le Aquile
Azzurre D si presentano all’Harbour Club con la consueta voglia di fare bene,
forse un po’ infiacchiti dalla dura settimana di lavoro/studio. La formazione
presenta un’assenza importante: il buon Francesco Francabandiera non è presente
in quanto reduce da una settimana di
stop causato dall’epidemia di peste nera che affligge Milano in questi giorni
(…era dal 1300 che non si vedeva una cosa del genere). A sostituirlo Federico
Celauro, conosciuto a Milano Ovest come “l’uomo bionico” per le sue capacità
fisiche che ormai hanno del leggendario. A completare il quadro abbiamo Lorenzo
Caranzi detto “mani di fata”, Flavio Casellato, detto “Flauto” e nientepopodimenoché
Marco Sanges, il partenopeo dalle (malcelate) origini ispaniche.
Per i nostri quattro l’impatto con l’Harbour Club è un vero shock, riassumibile
con alcune parole chiave: modelle, spogliatoi a 5 stelle, lavandini d’oro,
banconote da 500, Lamborghini. I quattro imberbi iniziano subito a sentirsi un
po’ “da meno”, ma, consci che questo sfarzo fa parte di una strategia ben
studiata, non si fanno intimorire.
La prima
partita vede Marco scontrarsi contro Laus. Marco scende in campo con la
consueta furia (in più, almeno per questa volta, non ha mangiato la peperonata
e si sente “leggero come un fringuello”, parole sue). Sfortunatamente il primo
set va all’avversario. Il nostro gladiatore sbaglia alcune battute e ha
difficoltà a capire la battuta dell’avversario inanellando una lunga serie di
fuori campo. Il secondo set è tutto una battaglia, Marco ha capito come
rispondere alla battuta e inizia ad attaccare, a fare il suo gioco fatto di
battute laterali, taglioni e qualche top di dritto. Sul 10 a 10 Marco ha un
crollo istantaneo, e Laos ne approfitta per infilargli subito i due punti
finali. L’ultimo set è combattuto, ma finisce comunque 11 a 8. Peccato perché
era fattibile, tecnicamente Marco era superiore. Complici di questa sconfitta
sono un riscaldamento frettoloso (prossima volta ci prendiamo più tempo) e la
mancanza di esperienza (ma siamo qui per questo, giusto?).
La seconda
partita vede Flavio contro Giordano Maurizio (che chiameremo o Giordano o
Maurizio) la punta di diamante dell’Harbour Club, tuttora imbattuto in
campionato. Si inizia con un primo set dove l’avversario non inquadra ancora i
punti deboli di Flauto (ammesso che ce ne siano!!) ma riesce a vincere
agilmente con un 11-5. Nel secondo set Giordano sfodera una battuta che manco
Ma Lin, disorientando il flautista: 11-2. L’ultimo set è una fotocopia del
precedente, Flavio è perso e non sa più come tornare: nonostante ciò, sul 10 a
2, con un colpo di reni fenomenale vince tre punti consecutivi, che salvano l’orgoglio delle aquile. Il nostro
flautista ci ha provato, ma il risultato è 3-0, insindacabile.
Terza partita, Lorenzo contro Vecchio. L’esperienza di Vecchio (sembra una
battuta) si fa sentire. Le sue battute laterali, a volte sotto a volte sopra,
colgono di sorpresa il nostro aquilotto che sbaglia di continuo. I primi due
set sono equilibrati ma vengono presi dall’avversario: 14-12 e 11-9. Lorenzo
aggiunge agli errori sul campo anche qualche errore di battuta, e nonostante
l’avversario non sia impossibile, non riesce mai ad entrare in partita
veramente. L’ultimo set si conclude con un triste 11-5, sintomo di un Caranzi
scoraggiato. Le mani di fata questa volta non hanno funzionato.
Nella quarta
partita, Federico vs. Maurizio, il nostro parte carico a molla: ogni fibra
muscolare dell’uomo bionico è pronta ad esplodere. L’inizio è incoraggiante,
Federico fa 3 punti di fila. Pian piano però Maurizio trova il feeling con la
palla, e inizia ad assestare top spin molto efficaci sul rovescio di Federico.
Federico sfoggia un ottimo blocco di rovescio, una buona sensibilità di palla,
ma riesce solo raramente a imporre un gioco d’attacco; il set va all’avversario
per 11-5. Anche successivamente l’avversario concede pochissimo, concludendo gli
altri due set 11-4, 11-3. Va detto innanzitutto che il gap tecnico tra i due
tendeva a questa naturale conclusione. Federico paga certamente l’inesperienza,
ma il ragazzo possiede lo spirito Zen e le qualità tecniche che possono essere molto
utili nei prossimi incontri. Bravo lo stesso!
Quinta
partita: dopo Vecchio, Lorenzo deve affrontare Ragazzo, (sembra una battuta pt.
2) che poi tanto ragazzo non è. Quest’ultimo ha un solido palleggio di rovescio
e un’ottima schiacciata di dritto. La partita di Lorenzo si rivela essere un
continuo inseguimento. Il primo set se lo aggiudica Ragazzo 11-7: Lorenzo
soffre la battuta laterale e sbaglia 3 o 4 schiacciate servite su piatti
d’argento. Risultato: a fine primo set il morale è sotto i piedi. Il secondo
set è di assestamento, Lorenzo inizia a rispondere “a tono” alle battute
dell’avversario, le palle (TUTTE le palle, NdA) iniziano a girare per il verso
giusto, i top entrano e i tentativi di schiacciata contro top dell’avversario
vanno a vuoto: 10-12 per l’aquilotto. Da segnalare un paio di ricezioni dalla
distanza di Lorenzo che valgono l’appellativo di
“Francesco-Toldo-agli-europei-2000”. Terzo e quarto set sono molto simili ai
primi due: l’avversario sviluppa uno schema battuta laterale di
rovescio-schiacciata di dritto che gli vale alcuni punti, il terzo set va a lui
(12-10), con tanto di schiacciata in faccia su top (Lorenzo non può far altro
che applaudire). Quarto set aggiudicato a Lorenzo con 11-6, l’avversario perde
i colpi, e anche la pazienza. Il set decisivo è un inseguimento
nell’inseguimento: l’avversario è in vantaggio di 6 a 2. Il cambio campo facilita
(psicologicamente) Lorenzo, il quale scopre inaspettatamente di avere un certo
carattere e nervi saldi, infilando una serie ininterrotta di punti (8, per la precisione) 6 a 10. Sul
10 a 6 c’è spazio per un brivido, Lorenzo sbaglia e l’avversario va a 7, ma il
punto dopo viene conquistato, decretando la fine dell’incontro.
La sesta ed
ultima partita si disputa tra Flavio e Vecchio. Flavio è un po’ scoraggiato
dall’ultima prestazione, e in più l’avversario è semplicemente il capo mondiale
delle battute bastarde, cosa che lo mette in difficoltà fin dall’inizio. I set
scivolano via come una sinfonia di Mozart, e Flavio non può far altro che
prenderne atto e abbandonarsi alle dolci note, scervellandosi su come
rispondere alle battute. Siamo sicuri che questo sforzo (mentale) sarà utile
per le prossime partite. Il risultato è
un 3 a 0 netto. Daje Flavio!
In conclusione, le Aquile Azzurre D si sono divertite, sebbene i l risultato (5
a 1) sia infausto. Non vediamo l’ora della prossima giornata...con il consueto
spirito: vi battiamo tutti… prima o poi!
lorenzo & flavio