Le Aquile Azzurre D si presentano al Carducci sul presto,
decisi a fare un buon riscaldamento. Marco Sanges e Lorenzo Caranzi sembrano
piuttosto in forma, mentre Federico Celauro ha la faccia di chi in settimana ha
combattuto contro virus di ogni tipo. Infine, udite udite, il figliol prodigo è
tornato: Francesco Francabandiera, ultimamente uccel di bosco causa malattia e
mal di schiena, è resuscitato come Lazzaro ed ora è tra noi con tutta la grinta
di cui è capace! Eccoci pronti ad affrontare la Polisportiva “San Luigi”
Lazzate A, daje!
La prima partita vede Celauro affrontare Moscuzza. Il
Moscuzza è un giocatore abbastanza completo, dotato di un potente dritto e un
solido rovescio di scambio. Il divario tra i due non è esagerato, Federico fa
il suo ma subisce il gioco e l'esperienza dell'avversario. Il primo set si
conclude 8 a 11 per Moscuzza. Dopo un breve de-briefing con la Gohar, Federico
rientra in campo impettito come un pavone incazzato e inizia a macinare punti.
La sua rabbia si esaurisce sul più bello: sul 10 a 10 Moscuzza mantiene la
calma, piazza due punti e si prende il secondo set. Il terzo set vede la
situazione immutata, Federico prova a insistere sul punto debole
dell’avversario, il rovescio, ma niente da fare: 11 a 7. Totale, un 3 a 0 subito
dal nostro uomo bionico. Segnali positivi: Fede se la gioca quasi alla pari con
un 2300, cosa non banale considerata la scarsa esperienza.
Seconda Partita: Caranzi contro Buscemi. Buscemi è un
giocatore (tecnicamente) infido. La sensazione è quella di giocare contro una
sagoma di cartone del tiro a segno, tutto è immobile, eccetto il braccio che
funziona (anche troppo). Sì perché quando meno te l’aspetti partono top-spin di dritto e rovescio effettuati con
una non-chalance imbarazzante, da lasciare congelati. Questo è quello che
succede nel primo set: Lorenzo rimane paralizzato ad ogni fiammata dell’avversario,
concedendo il primo set per 10 a 12. Il
secondo set ed il terzo sono i più difficili. Mani di fata Caranzi si riprende
dallo shock e nonostante la sua mobilità sia ai minimi storici (effetto
specchio?) rifila due 11 a 8 che lo portano in vantaggio : 2 a 1. Il terzo set
è più in discesa, Lorenzo è rilassato e l’avversario sembra invece scoraggiato,
non attacca più: 3 a 1 per Caranzi. Che dire? Una prestazione tecnicamente e
fisicamente sottotono, ma premiata la tenuta mentale.
Terza partita, el Diablo Marco Sanges contro Agazzi. Agazzi
è tutto ciò che non vorresti mai dal lato opposto del tavolo, ovvero un mancino
con puntino lungo sul rovescio (opinione dell’autore, sia chiaro). Il primo set
è una bella sorpresa: el Diablo è scatenato, balla la pizzica e risponde bene
agli effetti strampalati. Il set va a Marco per 11 a 5, complice un avversario
in evidente stato confusionale. Nel set successivo Agazzi inquadra Marco, fa
funzionare bene il puntino e mette anche qualche schiacciata di dritto. Sanges
non vede più palline ma solo sfogliatielle che riportano inevitabilmente il suo
pensiero al golfo di Napoli, alla brezza e al sole. Ecco spiegati il 7 a 11, 6
a 11 dei set successivi, 2 a 1 per Agazzi. L’ultimo set è teso, Marco è più
concentrato, Agazzi più nervoso (ah, la paura di vincere!), ma la resistenza è
vana: 9 a 11, partita finita per 3 a 1. Sunto: Marco ora sa come battere su una
puntinata, intuisce a sprazzi gli effetti di ritorno, ma considerando
l’inesperienza con il tipo di gomma, la prestazione è buona!
Quarta partita: Caranzi contro Moscuzza. Ora è Caranzi ad
essere nervoso, gioca di fretta. Le battute dell’avversario istigano la violenza
(sembravano facili, lo giuro! NdA), ma i tentativi di apertura finiscono spesso
male. Lorenzo sbaglia lo sbagliabile: non doppia gli attacchi, è rigido, il
rovescio è incerto: il set va a Moscuzza con punteggio 8 a 11. Il secondo set è
molto simile al primo. Lorenzo tenta un paio di contro-top al tavolo di dritto
con esito imbarazzante, tanto che a metà set ha una provvidenziale visione: Ma Long gli appare sulla spalla, sussurrandogli:
“Amico, tu non sei me”. Caranzi china il capo, ammette l’evidenza e inizia a
giocare come può, prendendosi un set tirato sul 15 a 13. Terzo set, crollo di
Caranzi, nulla va come deve andare: 3 a
11 per Moscuzza. Il set decisivo è più in bilico ma mani di fata è ormai
trasformato in mani di granito, essendo entrato da un po’ nel circolo vizioso
“più gioca peggio e più è incazzato, più è incazzato più gioca peggio”. A nulla
valgono le rassicurazioni e i consigli della Gohar, Caranzi perde 1 a 3. Brutta
prestazione del nostro Lorenzo, tecnicamente e mentalmente, senza togliere
alcun merito all’avversario, molto solido.
La quinta partita vede il generoso Celauro fare spazio al
famosissimo latin lover di Turro, Francesco Francabandiera, per scontrarsi con
Agazzi. Nonostante la schiena, Francesco parte bene. Il suo rovescio antitop
rende la vita difficile ad Agazzi, un po’ perché la puntinata non fa effetto,
un po’ perché l’effetto di ritorno non è banale, complicandogli gli attacchi
con il dritto. Francesco si aggiudica il primo set per 12 a 10. Ma Agazzi è un
diesel, si sa, e già dal secondo set sembra aver capito come gira. Francesco
perde a tratti la pazienza e prova qualche attacco affrettato che si rivelano
dei fuoricampo, manca solo il jingle di sottofondo (magari fosse
baseball..). Male dunque il secondo set:
3 a 11. Nei set successivi, su consiglio della Gohar, Francesco torna ad un
gioco più passivo, svolazza di qua e di là infastidendo l’avversario, e meditando maggiormente gli
attacchi. Va meglio, ma non abbastanza, i set si concludono 11 a 9 e 11 a 7.
Bravo comunque Francesco, siamo sicuri che con la schiena a posto (e un po’ più
di allenamento) potrai fare meglio!
Sesta partita: Sanges contro Buscemi. Le premesse ci sono
tutte per una bella partita: da una parte Sanges ha dei quadricipiti che
sembrano imbottiti con l’ovatta, che fanno di lui un potenziale Zhang Jike,
mentre dall’altra c’è un monolite con il braccio di Federer. Che succederà? Ahimè,
lo stile ipnotico di Buscemi è letale per il nostro Matador, quantomeno per quanto
riguarda il primo set (3 a 11). Il secondo set vede un Sanges sotto 6 a 1, che
all’improvviso riscopre di avere il sangue bollente ispano-napoletano
(ispapoletano?) e si porta sull’ 8 a 6. Il duello continua ai vantaggi, Marco tiene
botta per poco, e il tutto finisce 11 a 13 per Buscemi. L’ultimo set regala
qualche brivido sul finale, ma si conclude con un 11 a 8. Peccato, perché anche
questa era abbordabile. Insisti Marco, vedrai che i risultati arriveranno!
Questa volta non c’è stato un evidente problema di battute,
almeno, le loro erano più che abbordabili. Un po’ la puntinata richiede
esperienza (due partite se le prendono così, quasi a gratis), e un po’ la
prestazione sottotono di alcuni di noi ci ha impedito di ottenere quella che
sarebbe stata la seconda vittoria. Ci vuole più pazienza, umiltà, e (perché
no?) testardaggine… ci vediamo al ritorno!
lorenzo